•Home page
•La chiesa di S. Erasmo: itinerario archeologico
•Castellonorato nel medievo

•Bibliografia su Formia nell'età medievale

•Roberto Frecentese: pubblicazioni


Nel sito gli studiosi possono trovare informazioni sulla cittą di Formia in etą medievale, dal raccordo con il tardo antico al termine del basso Medieovo.

I saggi sono condensati dalle pubblicazioni di Roberto Frecentese riportate in calce.

Senza alcuna pretesa di esaustivitą, vengono ripercorsi alcuni tratti della storia formiana.

La bibliografia riporta i contributi pił significativi assieme ad alcuni studi di carattere pił generale, utili come punti di riferimento.


 

Il Cristianesimo: prime comunità e diocesi.

La piccola comunità cristiana formiana nasceva successivamente al passaggio e alla predicazione degli Apostoli o dei delegati apostolici. Gli Atti di Pietro e Paolo dello Pseudo Marcello attestano l'arrivo di s. Paolo a Gaeta. "Partiti da Baia, giunsero a Gaeta, dove Paolo prese ad insegnare la parola di Dio. Vi rimase infatti per tre giorni in casa di Erasmo, che Pietro aveva invitato da Roma a predicare il vangelo di Dio. Partito da Gaeta, arrivò alla borgata di Terracina."
La prima esperienza di comunità cristiana ruotava attorno alla domus ecclesiae. Il rito della frazione del pane si svolgeva in un locale, probabilmente all'interno di una delle abitazioni nelle adiacenze dell'urbs. Resti di una villa rustica sono stati rinvenuti nei pressi dell'area cimiteriale ad occidente del quartiere di Castellone. Una parte del fondo, in special modo la zona confinante con la necropoli, poteva essere stata concessa dal proprietario per l'erezione di strutture funerarie o celebrative posteriormente all'editto di Milano del 313.
Durante il periodo intermedio la comunità cristiana si era consolidata ed accresciuta; era una forte minoranza. Probabilmente la diocesi di Formia si era costituita nel III secolo, atteso che nei secoli precedenti la chiesa cattolica era governata dal pontefice come se fosse un'unica diocesi. Le diocesi più antiche erano quelle collegate direttamente alla sede petrina sia per la loro vicinanza geografica e strategica sia per rapporti stabili e continuativi di fedeltà, consolidatisi nel tempo, anche a difesa contro le eresie che minacciavano l'unità del corpo ecclesiale.
Nel 303 il vescovo di Formia Probo dava sepoltura ad Erasmo vescovo antiocheno; poco dopo il 313 la diocesi formiana erigerà un sepolcreto idoneo: il santuario.
La chiesa di S. Erasmo nasce sull'area di un cimitero romano collocato extra moenia.

Formia: chiesa ex cattedrale di S. Erasmo


Complessi scavi archeologici hanno permesso il rinvenimento di un sistema di inumazioni sub divo sotto la pianta della chiesa attuale. Alcuni dei sepolcreti sono riferibili a tombe cristiane. Resti di costruzione di una domus si trovano reimpiegati nelle fondazioni della chiesa originaria ad unica navata.
Una tomba a cassa vuota, foderata in marmo con una mensa sovrastante, è inscritta in un martyrium ad aula absidata.
Si tratterebbe del sepolcro del vescovo Erasmo, morto a Formia il 2 giugno del 303, secondo i Martirologi gerolimiano e romano.
Il mancato rinvenimento del corpo confermerebbe la narrazione della Passio Sancti Erasmi di Gelasio II nella parte in cui si rammenta la translatio delle ossa del santo in Gaeta a causa delle incursioni saracene.
I dati topografici, la tomba posta in un luogo a se stante e sempre rispettata dagli interventi edificatori successivi (contrariamente a quanto accaduto per altre sepolture tranciate dalle fondazioni murarie o per ricavare altri sepolcreti a camera), un'epigrafe altomedievale, un'iscrizione graffita a lato della tomba con l'iniziale del nome Er(asmo) (circa sec. IV) confermano l'ipotesi dell'identificazione della sepoltura come quella del santo vescovo antiocheno.

Scavi archeologici dell'area dell'ex cattedrale di S. Erasmo. Tomba di s. Erasmo.


A ciò si può aggiungere l'ininterrotta tradizione orale che ab immemorabili ha identificato in quel luogo l'altare privilegiato della devozione popolare.
La prima comunità cristiana a Formia si era formata per la coincidenza di condizioni favorevoli: la presenza di gruppi di Giudei e di Orientali nel porto, dediti al commercio e conoscitori prima di altri delle novità dalla terra di Palestina e più immediatamente disponibili a veicolare la nuova fede similmente a quanto accadeva a Pozzuoli; la felice posizione viaria della città lungo l'Appia in diretta comunicazione con Roma e la Sede Apostolica in un andirivieni di contatti e presenze significative; il suo essere terreno fertile ad ogni apertura nella molteplicità di lingue, fedi ed interessi tipici di ogni porto di mare.
Lo spessore della comunità viene ben rappresentato dalla figura del vescovo formiano Probo, che accoglie dapprima Erasmo ed in seguito si affretta a dare sepoltura alle sue spoglie nella necropoli rinsaldando i cristiani di Formia nella memoria di Erasmo. Secondo la Passio gelasiana s. Probo depone Erasmo nella parte occidentale della città "iuxta amphitheatrum": sulla tomba ed accanto ad essa si avvia il processo di ampliamento dall'originario martyrium fino a giungere alla chiesa a navata unica, alla cripta semianulare, all'episcopio.
Nella sua crescita l'episcopato formiano si saldò strettamente con la Cattedra romana e partecipò puntualmente ai concili e ai sinodi convocati dai pontefici.
Si ha notizia del vescovo Martiniano che sotto papa Felice III comparve nel 487 ad un concilio. Nel 499, nel 501 e nel 504 al concilio convocato da papa Simmaco e alle sinodi vi prese parte il vescovo Adeodato.

Nell 787 si ha notizia del vescovo Campolo che risiede nel castro di Gaeta. In realtà il castro gaetano nella più generale condizione di decadenza dei centri urbani sorti lungo l'Appia aveva trovato modo di essere edificato con il concorso degli abitanti dei vicini distretti, costruzione favorita dal naturale arroccamento e dalla defilata esposizione rispetto alle vie Appia e Flacca.
Il controllo sul territorio pontificio venne rafforzato con l'edificazione di un insediamento fortificato sul modello del castro, fondato per volere di papa Leone III, che da lui assunse probabilmente il nome (Castroleopoli) e per breve tempo eretto a diocesi richiamò la circoscrizione ecclesiastica di Minturno con la denominazione di Traetto-Leopoli. Si avviava con Campolo una forte politica pragmatica e prendeva, tuttavia, corpo una dipendenza dai Docibile che perdurò fino all'elezione del vescovo Bernardo (997-1047), che, pur provenendo dalla dinastia ducale, propose ed attuò un progressivo distacco della politica di gestione dei beni diocesani da quelle ducali, iniziando un reupero delle chiese e proprietà ecclesiastiche.
Cosicché Campolo risiedeva a Gaeta nel 787 e manteneva i legami con la cattedrale di S. Erasmo a Formia, ancora chiesa battesimale, ma egli appariva e si definiva "Episcopus civitati Caietanae" o ancora più perentoriamente "Episcopus Kaetanus" (788).

Significativa appariva la compilazione di documenti a dimostrazione dell'intensa attività dell'episcopato tra IX e X secolo. Nell'830 (CDC, I, II) Eustrazio rogava l'assegnazione da parte del vescovo Giovanni al conte Gregorio di un mulino per 45 giorni, firmandosi scriba e pater diaconiae.
Tra l'830 (?) e l'845 compare Pietro sacerdote e scriba; tra l'839 e l'845 Paolo si firma anch'egli sacerdote e scriba. Gregorio esercita la funzione di scriba nell'851 in qualità di suddiacono e nell'862 quale sacerdote. Con Ramfo nell'867 iniziava la serie de vescovi con il solo titolo di Gaeta, venendo meno così ogni richiamo alla diocesi formiana

Il contributo di R. Frecentese è tratto da A. G. Miele - R. Frecentese, Formia. Itinerario tra origini e AltoMedioevo. Storia e monumenti. Palombi, Roma, 1995, pp.34-35.